
Vi presento Matteo Zanvettor
Oggi ho il piacere di presentarvi Matteo Zanvettor, un fotografo paesaggista innamorato della natura e in particolar modo dei “suoi” paesaggi montani. Conobbi Matteo tramite il social network fotografico 500px, tra le foto più popolari c’era questa sua immagine che mi colpì molto.
“A new day“
Decisi così di seguire i suoi lavori ed entrai in contatto con lui tramite Facebook. Si dimostrò subito una persona cordiale, preparata e umile. Tutt’ora capita di scambiare due chiacchiere e visionare i nostri scatti. Ed ora conosciamo meglio Matteo, pronti? Si inizia!
Ciao Matteo, sono felice ed onorato di intervistarti, penso le tue immagini possano essere una fonte d’ispirazione per molti ed anche un modo per imparare qualcosa dalla fotografia di paesaggio. Cosa ti senti di consigliare a chi si vuole avventurare in questa branca della fotografia?
Solitamente chi inizia con la fotografia di paesaggio è spinto dalla passione, difficilmente lo si fa con altre motivazioni, diciamo subito che non è un attività molto redditizia, il mio consiglio è quello di avere pazienza, i risultati vengono con il tempo, studiare e soprattutto scegliere i modelli giusti ai quali ispirarsi.
A che età hai iniziato a scattare e cosa ti ha avvicinato a questo mondo?
Ho cominciato abbastanza tardi, intorno ai 34 anni, anche se la passione è la sensibilità per questa forma di espressione l’ho sempre avuta anche se la vivevo in maniera passiva. Mi ha spinto la passione per la natura che avevo da sempre e che si sposava alla perfezione con il nuovo amore, la fotografia.
Cosa ne pensi della fotografia d’oggi, del web e dei social network?
Io sono nato fotograficamente con il digitale e con internet niente discorsi da nostalgico della pellicola quindi, sicuramente la tecnologia ha facilitato quella che è la parte tecnico pratica dello scatto e della post produzione rendendo più facile concentrarsi su quella che è la parte creativa dell’immagine e questo è uno dei lati positivi, un altro aspetto positivo è la possibilità di condividere con il mondo intero il nostro lavoro attraverso i portali di fotografia e/o i social network. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, quella negativa, il prezzo da pagare per questa “libertà” è la troppa facilità con il quale si possono alterare le fotografie in post produzione oltrepassando il confine tra fotografia e arte digitale senza mantenere una distinzione tra le due, questa mancanza di etica, diffusa sempre maggiormente, mancando i filtri, dai portali e dai social è un altro aspetto che non mi piace della fotografia di oggi.
Ci sono dei fotografi che ti hanno ispirato in particolar modo?
Ho sempre ammirato i lavori di Joe Cornish e buona parte degli scatti del mitico Ansel Adams, ma prima di conoscere questi grandi nomi della fotografia sono stato ispirato dalle immagini di Fortunato Gatto, del quale poi sono diventato amico ed estimatore.
Cosa ti piace della fotografia di paesaggio e quali emozioni ti regala?
Vivere la natura di per sé regala emozioni infinite, viverla con la motivazione di farla propria attraverso la fotografia è un esperienza molto appagante.
Quale fotocamera e lente utilizzi solitamente?
Attualmente utilizzo una Canon 5D MK III, ho diverse lenti tutte Canon, uso principalmente il 17-40L un po’ meno il 24-105L ed il 100-400L.
Qual è uno degli errori che vedi più di frequente negli scatti altrui?
Mi capita ogni tanto di vedere delle incongruenze nell’esposizione tra il primo piano e lo sfondo, solitamente il PP di uno/due stop più chiaro, è un errore dovuto all’uso di un filtro NDG inadeguato o comunque di una scelta sbagliata dell’esposizione.
C’è una o più foto a cui sei particolarmente legato e perché?
Sicuramente “A New Day” è la foto che mi ha dato maggiore visibilità, ma ci sono diversi scatti ai quali sono legato, difficile sceglierne uno in particolare.
Hai in progetto un viaggio fotografico?
Al momento no, niente di programmato, le mete classiche scelte dai fotografi di paesaggio sono sempre più inflazionate e questa cosa un po’ mi scoraggia, vorrei un posto poco battuto è molto “Wild”.
Un’ultima domanda prima di salutarci, c’è un libro che ti senti di consigliare?
Più che leggere sfogliare, “Il Paesaggio” di Terry Hope è una raccolta di grandi fotografi tra i quali Art Wolfe, Joe Cornish, Galen Rowell, Michael Fatali… Per quanto riguarda la qualità di stampa, e non solo ovviamente, non ho mai visto nulla di meglio di “Scottland’s Mountains” di Joe Cornish.
Grazie di aver accettato l’intervista, ti lancio una proposta, se ti va, potresti scrivere un articolo sulla fotografia di paesaggio che penso interesserebbe a molti lettori, cosa ne dici?
Grazie a te per avermi dato l’opportunità di farmi conoscere in maniera più approfondita, forse prima o poi l’articolo lo lo farò Francesco, confesso che faccio molta più fatica ad esprimermi a parole che con le immagini.
Web: www.photozanve.it
Facebook: www.facebook.com/photozanve
500px: www.500px.com/zanve
Quando si parla di arte penso sempre a un bene comune e quindi il termine giusto per me è condivisione. Qual è il vostro pensiero? Non dimenticate di seguire i lavori di Matteo e non esitate a fare domande, sarà felice di rispondervi.
Tags: fotografi, intervista
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